martedì 12 ottobre 2010

Musica dall'Aquila - Musica per l'Aquila

L'immagine che oggi inserisco nel blog non è un mio disegno.


E' uno spartito musicale scritto a matita da un musicista, non so se esperto o principiante, non so se è una nuova composizione oppure no.


Non so neanche la melodia, non ho avuto ancora il coraggio di suonare queste note. ma per me è musica dall'Aquila , è musica per l'Aquila.


L'ho trovato vicino ad una casa distrutta, fuori dalla zona rossa, iniseme a detriti e calcinacci.
Accanto ad un libro di algebra, ad una chitarra rotta, ad una tastiera , ad un paio di scarponi da sci.

Ho preso in mano questa pagina e mentre la prendevo provavo quasi vergogna, mi è sembrato di essere una ladra... una ladra di sogni.

Qualcuno dirà che i sogni non si possono rubare ... forse.
Sono comunque sicura che il proprietario di questa pagina di musica, dopo il dolore per la catastrofe subita, avrà riacciuffato il suo sogno che con caparbietà e determinazione cercherà di realizzare per dare un senso alla follia sconvolgente e meravigliosa che chiamiamo vita.



Sono stata a lungo davanti a quegli oggetti e mi chiedo perchè a distanza di 18 mesi sono ancora lì come se tutto fosse successo ieri.
Dietro ogni oggetto c'è un pensiero, un'emozione, un ricordo, una vita ... per rispetto di tutto ciò quegli oggetti dovevano essere stati già rimossi da tanto, tanto tempo.
10/10/10


Aquila 10/10/10


Un'esperienza straordinaria entrare nella Zona Rossa, una città fantasma che però resta viva, grazie all'amore dei suoi abitanti, che ostinatamente, caparbiamente, ogni volta che possono si sporgono oltre il recinto e si dicono "guarda, quella era la mia casa, guarda, laggiù abitava mia figlia, si vede il terrazzino dietro quell'angolo...guarda..." Quante frasi così abbiamo sentito durante questa lunga giornata, mentre con il disegno cercavamo di fare sentire la nostra solidarietà a queste povere persone; c'era il signore entrato di nascosto dietro al nostro gruppo, senza caschetto, che, quando il Vigile ha chiesto " E tu che stai a fare qua?" ha risposto " E che vuoi che faccia? Sto a guardare la me casa!" ; c'era la signora che mi ha visto seduta in terra a disegnare una porticina in un vicolo e mi ha ringraziato per quello che stavamo facendo; c'era nello stesso vicolo un giovanotto che si è fermato alla sbarra a guardare tutto intento, dentro la Zona Rossa, e piangeva, ed io ho fatto finta di non vedere, mi sono curvata di più sul mio disegno...
Grazie per questa esperienza, io ho fatto quello che ha chiesto Totò, ho raccontato quello che ho visto, la mia collega ha detto " Ma io credevo che avessero già quasi ricostruito!" e al mio racconto si è commossa.

...da Firenze a L'Aquila il 10/10/2010

La tappa a San Pietro a Coppito è tappa forzata, chi ci è già stato ci torna e non può essere diversamente.
Ci dicono che la maggior parte di quel quartiere non potrà essere recuperato....
Che posso fare io con le mie matite?
Rimango nel dubbio di un gesto inutile e inizio a disegnare rapidamente e riassumo nel tratto quello che sento...
Un cane ci segue da un po', segue chiunque entri nella zona rossa, a lui non serve un caschetto e nemmeno un permesso, ogni tanto si sdraia a riposare. Sul mantello trasandato hanno aderito colori e frammenti di materiale vario raccolti qua e là in centro. Verrebbe voglia di dargli una bella strigliata, ma ha un collare e forse è di qualcuno e forse è di tutti...

Avvitamenti che fermano il mio respiro

"I miei occhi si sforzano di penetrare l’intrico di contrafforti di legno..."

Indosso il caschetto.
Insieme ai tanti altri disegnatori, ai vigili del fuoco, ai fotografi, entro nella “zona rossa” dell’Aquila.
Bastano pochi passi perché io capisca che, questa volta, disegnare sarebbe stato un compito difficile e amaro.
I miei occhi si sforzano di penetrare l’intrico di contrafforti di legno e di metallo rosso, giallo, nero, per raggiungere gli edifici che vi si nascondono.
Per quanto mi sforzi, però, mi accorgo che la città è stata sostituita. Le nuove, provvisorie (?) architetture denunciano le forze in gioco. Le spinte, i pesi, le tensioni, sono lì, svelate e rese materia.
Non posso fare a meno di cadere preda di questa bellezza altra da quella preesistente.
Dentro di me inizia a manifestarsi un contrasto forte, doloroso, tra questa nuova estetica e la sofferenza che, essa stessa, denuncia in maniera così disperata.
Oscillo tra pensieri opprimenti e meraviglia, tra compassione e analisi.
Arriva il momento di disegnare.
Buio totale.
Alla fine cedo e non ascolto più la mia parte morale, quella che mi dice che è la sofferenza di questa città a dover essere rappresentata.
Rappresento quello che vedo.
L’operazione intellettuale, morale, sarà successiva.
Ne vengono fuori quattro appunti.
Li completerò poi, utilizzando la memoria e la distanza per renderli compiuti. La sedimentazione di questa esperienza sarà il filtro necessario.

Così è stato.
Questi sono i miei disegni. Quattro.
Spero, in qualche modo, di essere riuscito a far passare il dramma di questa città.
Lo spero davvero.

Gianluca Garofalo




L'Aquila è chiusa, sgretolata, smozzicata...


...fa male vederla così: i tanti portoni sbarrati, riquadrati dal legno. Dalle barre di acciaio, dalle cinghie, dai lucchetti. I numeri civici non contano più nulla e la città si sgretola con il freddo caldo, e la pioggia sole. Ci sono finestre nel nulla, mura che finiscono di colpo, quinte innaturali di una scenografia dolorosa. Siamo tornati il 10.10.10 e siamo pronti ancora.

La fontana

I disegnatori a piazza Paganica lavorano silenziosi in mezzo a mezzi possenti e ingombranti utili al cantiere.
Stretta tra macerie e rifiuti sta una fontana di cui non so il nome. L'elemento centrale mi suggerisce una datazione molto antica forse romana mentre la vasca è chiaramente più moderna.
Lei continua a proteggere le sue rotondità di pietra bianca con un'esile ringhiera di ferro battuto. Contrasta fortemente la forma fredda dell'architrave d'acciaio che andrà a coprire i poveri resti della vicinissima chiesa. Il vuoto della vasca sembra rendere più fragile questo contenitore, come quel copertone che senza il suo cerchio rimane inutilizzabile.

10x3 parte prima


10-10-10. Sembra quasi una data simbolo.
Mattina. Dopo caffè e torroncino ci facciamo scortare dai vigili del fuoco all'interno della zona rossa, zona off-limit per gli stessi abitanti.
Sembra assurdo, ma la prima tappa è in piazza san Giusta, proprio quì dove di giusto non c'è niente.
E mentre disegno sul mio sgabellino, di fronte la macchina dei militari e di lato le rovine, Totò racconta come chi doveva proteggerli ha razziato, come chi da essere umano è diventato supereroe, storie drammatiche e grandi atti..sembra quasi un dramma teatrale, peccato sia tutto così concreto e reale.
E' un silenzio innaturale quello che ci accompagna.. le uniche voci sono quelle del passato, di gente che un tempo passeggiava e rideva per le vie del centro storico, posto dove solo i cani randagi hanno dimora..

lunedì 11 ottobre 2010

Da Napoli all'Aquila, matite vs. macerie



Ieri nella zona rossa a disegnare credo fossimo almeno 50, più i fotografi e vari accompagnatori. E' la prima volta che un gruppo così consistente di disegnatori si riunisce per un reportage collettivo, da Trieste, Bologna, Latina, Roma, Lanciano. Da Napoli eravamo Caroline Peyron, Ferruccio Orioli, io e mio marito Enrico Rebeggiani, abruzzese di Chieti. Abbiamo conosciuto Antonio Di Giandomenico, il prof. Antonio Gasbarrini e diversi cittadini aquilani attivi nell'Assemblea cittadina che altri avevano già incontrato nei sopralluoghi precedenti. Quello che abbiamo visto e ascoltato è cosa difficile da raccontare.



Ingenuamente, non mi aspettavo di trovare la ferita così aperta, nelle persone oltre che nelle case. La zona rossa comprende quasi l'intero centro storico ed è militarizzata, con camionette ad ogni varco. Tutto è puntellato. Sono pochissimi i cantieri attivi. La città è in attesa di crollare definitivamente e neanche troppo lentamente.



Mentre disegno in piazza Santa Giusta arriva una signora con i genitori anziani e protesta che vuole vedere la sua casa. I vigili del fuoco che ci stanno scortando divisi in tre gruppidi circa venti persone, la fanno entrare e noi le prestiamo i caschetti. Quando tornano il padre è in lacrime. "Ho quattro case e non posso entrare in nessuna. Loro ci entrano invece, eccome: le hanno appena messe in sicurezza, hanno sfondato i tramezzi col piccone per far passare i tiranti, mi hanno fatto a pezzi tutto quello che era rimasto, i mobili..."



A via Sturzo, fuori della zona rossa, la fila di palazzine in cemento armato ha reagito quasi peggio di quelle in muratura: i muri di tamponamento al piano terra sono esplosi cacciando fuori tutto il contenuto delle case. In un mucchio troviamo frammenti di spartiti e strumenti musicali.




Ferruccio Orioli fa questo disegno in quattro parti. Architetto di origini veneziane, ha visto da vicino diversi terremoti, dal Friuli, al Belice, all'Irpinia. "Ma questo è il primo terremoto italiano a non avere una legge speciale che preveda la ricostruzione. Una città intera è stata condannata alla scomparsa. Non ce la faccio più a guardare, finisco l'acquerello al caffè". Siamo stati male, tutti. Non so se era più il senso di impotenza o la rabbia.

Nel 1703, ci racconta Gasbarrini, la città fu distrutta da un violento terremoto e un illuminato Marchese della Rocca Marco Garofalo, il "Bertolaso" di allora, obbligò i cittadini a ricostruire le case assistendoli e sospendendo le tasse per diverso tempo.
Da gennaio i cittadini dell'Aquila invece pagheranno le tasse normalmente, arretrati compresi.





Caroline Peyron ha dipinto grandi fogli 50x50 seduta a terra in piazza San Pietro Coppito. "Non voglio estetizzare niente. Spero di riuscire a dare l'idea di questa catastrofe". Queste non sono le fascinose rovine dell'antico, quelle che venivano a disegnare gli artisti del passato anche in Abruzzo, qui ci sono solo macerie, ci mette in guardia il professore aquilano mentre cerca di illustrarci per frammenti la ricchezza del patrimonio di una città dove hanno lasciato tracce artisti come Raffaello Sanzio. "Oggi invece ci siete voi, venuti da tutta Italia... Fate girare questi disegni e raccontate quello che avete visto a più persone possibili".

A fine giornata i taccuini sono raccolti da Marco Preziosi per portarli a Pescasseroli dove saranno esposti il prossimo fine settimana a Naturalmente Pescasseroli 2010, rassegna degli amici del COECIN. Dal 15 al 17 ottobre a via Principe di Napoli presso la sede dell'associazione.

In rete la notizia e alcune fotografie qui e qui e un video.

10/10/10 Una città in ostaggio

La sensazione è quella di una città in ostaggio.

Oggi c'è il sole e gente curiosa popola le strade aperte del centro. Qualcuno si avvicina ai recinti che cingono la zona rossa, guarda dentro - come allo zoo si guardano animali - e noi là dietro che certo non ci sentiamo privilegiati. Ma forse lo siamo.

Il centro de L'Aquila non è più aquilano. Permessi e burocrazie - necessarie per la sicurezza - si traducono in frettolosi e militari "non si può" quando qualche cittadino tenta comunque di varcare i cancelli per raggiungerci.

Tra i passanti, tanti curiosi sono turisti venuti da ogni dove - oggi che Eurochocolate fa la sua anteprima proprio a L'Aquila - ed io non riesco ad esserne sdegnata, la ritengo invece una fortuna per questa città che ha bisogno di essere raccontata, perchè ferita da continue menzogne ed omissioni dai grandi media.
Quegli occhi che guardano dietro i cancelli, ben diversi da quelli di chi entra nella zona rossa, sembrano impressionati ma leggeri, come quelli incontrati in Spagna, a visitare i vecchi set dei film western di Leone.

Poi parli con gli abitanti e la realtà ritorna in tutto il suo peso. Colpisce il senso di fragilità emotiva che essi stessi ammettono, mentre mi dicono "noi non discutiamo più tra noi, non litighiamo, perchè abbiamo paura di far crollare, gli uni negli altri, ogni piccola certezza che a fatica abbiamo ricostruito in noi".

Popolazione ostaggio della paura.

Ostaggio degli albergatori che ogni tanto "minacciano" (ma come dar loro torto?) di tagliare i viveri agli "ospiti" aquilani, eterno braccio di ferro con i conti pubblici, a cui non vince mai nessuno dei cittadini.

Ostaggio dell'incertezza, quando non c'è progetto, non c'è luce alla fine di questo tunnel di macerie.
E la nostra carriola, così leggera di carte e di disegni, ad un tratto diventa pesante di un impegno che ogni giorno sento più forte: non li lasceremo soli.

10.10.10




Si torna all'Aquila il 10 10 10 dopo un anno e mezzo dal terremoto. Patrizia ha fotografato per tutta la mattinata e ci sono luoghi dove sembra che il terremoto sia successo la notte prima; altri luoghi dove c'è un eccesso spropositato di quei tubi, Innocenti si chiamavano un tempo, oggi in nero e oro di un'eleganza orribile. Il centro è chiuso ai cittadini dell'Aquila. Loro si affollano ai cancelli che chiudono la zona rossa. La città non ha più i voli dei rondoni, che sono in Africa, ha gli stessi cani abbandonati, in alcune strade crescono erba e piante. Ma l'Aquila ha l'aspetto di una città morta, maledettamente morta, ed è doloroso percorrerla avendo il privilegio di fotografarla e disegnarla.

L'Aquila 10 ottobre


Ieri una giornata diversa a L'Aquila, tanti i disegnatori, un'organizzazione più stringente, meno tempo nella Zona Rossa. Così, nel pomeriggio, guidati da Alessandro, un ingegnere che lavora alle ristrutturazioni, ci dirigiamo in un piccolo gruppo verso un'ex zona residenziale alle spalle dei giardini.
Le case sono degli anni '60, e sono tutte lesionate: dalle finestre si vedono ancora i libri sugli scaffali, oggetti  personali, segni di una vita interrotta in un momento preciso e che non sarà mai più la stessa.
Su Via Luigi Sturzo la devastazione è impressionante: i muri di tamponamento sono come esplosi, e le case ancora in piedi sono a nudo. Purtroppo, in fondo alla via, di un edificio restano solo le fondamenta, e i carotaggi lasciati per terra rivelano terreni friabili e argillosi.
Questo lampadario conserva una certa grazia, in contrasto sottilmente drammatico con le linee spezzate di una casa che non c'è più.

sabato 9 ottobre 2010

Aspettando domenica...


Questo lampione in Piazza Duomo è stata la penultima cosa che mi è rimasta impressa della giornata del 25 a l'Aquila.

L'ultima cosa invece è sintetizzata bene da questa foto, che posto come auspicio per la giornata di domenica 10:


L'ho scattata sempre in piazza Duomo, alle sei e mezza di sera; dopo nove ore in giro per la città, quando ormai stavamo rimettendoci in macchina per fare ritorno a casa, c'era ancora chi non era stanco di disegnare!
Domani si torna a l'Aquila.
Spero che ci sia in tutti noi la stessa energia e la stessa voglia di raccontare.

giovedì 7 ottobre 2010

SKETCHERS A L'AQUILA 10 OTTOBRE

Gli appuntamenti, per tutti i disegnatori, artisti, sketchers che volessero far parte del gruppo del 10 sono:
7,30 a Roma sotto la colonna del Verano
9,30 a L'Aquila, al Bar Nurzia di Piazza Duomo.
Portate il caschetto e la copia di un documento d'identità!
Chi volesse può far viaggiare i taccuini, di ritorno da Treviso, per qualche giorno ancora: sono stati richiesti per una breve esposizione a Pescasseroli a cura del COECIN.
A domenica!

Da Piazza Duomo


Il primo disegno che ho realizzato nella giornata del 25 luglio a l'Aquila: uno schizzo veloce a china di un particolare della Chiesa delle Anime Sante, fatto in piazza Duomo mentre aspettavamo i vigili del fuoco che ci hanno accompagnati in zona rossa.
Mi aveva colpito il contrasto tra le linee della facciata settecentesca e il volume cilindrico del telone che fascia i resti della cupola crollata.

martedì 28 settembre 2010

I taccuini della Carriola in mostra a Treviso





Alcune foto della splendida mostra di Carnets di Viaggio negli Spazi Bomben della Fondazione Benetton a Treviso. Alcuni spazi sono stati dedicati ai carnettisti della carriola che hanno raccontato l'Aquila attraverso i taccuini. Un ringraziamento ad Andrea Longhi promotore dell'iniziativa e ovviamente agli artisti che hanno messo a disposizione i loro materiali.

sabato 25 settembre 2010

Casa in zona rossa


Una casa nella zona rossa, non lontano dalla chiesa del Carmine,
forse vicino via Assergi o via Adamo da Rottweill.
E' la casa a fianco di quella nel cui cortile c'era il bonsai.

mercoledì 22 settembre 2010

La Carriola a Treviso!

























Salve a tutti, La Carriola è arrivata anche a Treviso.
E' presente nella mostra collettiva "carnet de voyage".
44 carnettisti che raccontanto viaggi e città, così ho pensato
che "Una carriola di disegni" non potesse restare fuori dalla porta.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno inviato
i loro preziosi disegni e vi invito tutti al Treviso Comic Book Festival!

Andrea Longhi

lunedì 20 settembre 2010

Come il ragno...

Percorro le linee di questa struttura e in sequenza seguo la fine che fa una preda caduta nella rete. Immagino le abili zampe che tessono fili indistruttibili per il gran finale. Fotogrammi tragici da riavvolgere per il lieto fine.

Piccole comodità - 3: bonsai


Un bonsai sulla balaustra di cemento di un cortile dalle parti della chiesa del Carmine, una piccola comodità per lo spirito di chi abitava lì, un albero in miniatura da curare e seguire con attenzione.
La casa però ora è vuota, con gli infissi che pendono dalle finestre senza più vetri, l'ingresso difficile da distinguere dietro un intrico di puntelli, crepe su tutti i muri.
Nessuno ha più potuto curarsi del bonsai e questo si è seccato, mentre le erbacce crescono tutt'intorno al cortile.

martedì 14 settembre 2010

Ossa d'argento e vertebre d'oro

Smetti di tremare, Terra,
mi hai ferita e inginocchiata
Non sai che mani forti e capaci
mi hanno dato ossa d'argento e vertebre d'oro
In questo busto stretto
sta il mio corpo di pietra viva
Lo sai che io so aspettare

quindi basta tremare, Terra
ora non posso più cadere.

sabato 11 settembre 2010

L'Aquila - Case moderne

chiaro - scuro
nero - bianco
pieno - vuoto
aperto - chiuso

chiudere i muri per proteggere
l'intimità dalle intemperie

aprire le finestre per far entrare l'aria e il sole

e così tornare alla "normalità"

domenica 5 settembre 2010

Chi ben liga bun desliga

E' uno dei tanti passaggi protetti e impalcati dove l'opera lignea è stata firmata e siglata da quegli esperti carpentieri venuti da tutta Italia.
Questo mostrava di lato una tavola incisa con la scritta: "chi ben liga bun desliga". (Non so cosa significa, probabilmente qualche nostro lettore potrà aiutarci).
Le scritte più grandi TRENTO TORINO raccontano la provenienza dei generosi donatori del manufatto.

venerdì 3 settembre 2010

Una poesia per L'Aquila di Marcia Teophilo

La famosa poetessa brasiliana Marcia Theophilo, candidata al Premio Nobel per la letteratura,  pochi giorni dopo il terremoto del 6 aprile 2009 ha scritto dall'Amazzonia questa poesia in italiano dedicata al popolo abruzzese. E' un onore poter ospitare sulla nostra carriola di disegni anche le sue parole.
L’Aquila

Dorme la Terra, immersa nella notte,
corpo immenso, madre,
ma lievemente insonne,
animali in riposo.

Il giorno e la notte si trovano
sotto un cielo squarciato fra terra e acqua
il corpo verde dell’Amazzonia
trema e riscopre il dolore.

Il pensiero cammina.
Spazi infiniti,
forse più del cuore,
come la pioggia bagna di lacrime terre lontane
e amori di infinito desiderio.

Malinconia spaziale,
l’acqua coi raggi del sole
si riunisce nell’altitudine
percorre con le nuvole
le distanze fra popoli.

Lucidità del cammino vegetale,
che mostra i fiumi della salvezza
gli animali lanciano il loro grido
sono forti nel mio poema verde,

i venti che sfiorano le radici
e raggiungono le voci degli uccelli
con la loro memoria sono onde
l’universo pulsa assieme.

Dall’imbrunire all’alba
sotto un cielo squarciato fra terra e acqua
al centro della Valle dell’Aterno, L’Aquila.
la brezza dell’aurora ridestata,

segnale di pericolo, di mutamento.
L’ avvolge in un intenso polverio,
e la città riscopre il dolore,
che la invade dal ventre della terra.
.
Si  mescolano preghiere nel disordine,
portate dal vento, nuvole arenose
create dalle mani dell’uomo,
illogica selva di fili e pulsanti automatici

Costruiti nel ferro assieme alle macchine,
uccelli cantori impazziti
pensano con il vento e vanno le foglie,
Alberi! Io vi chiamerò per nome:

Claraybas, Maçaranduba, Jacarandà,
Pitanga, Araçà-mirì, Ibirapitanga.
E Acero Montano, Faggio, Roverella,
Quercia, Pioppo, Olmo Campestre

canteranno tutti assieme.


Marcia Theophilo, 14 Aprile 2009

giovedì 2 settembre 2010

Rimandato l'evento del 5 a L'Aquila


Alla luce delle notizie delle ultime ore, che vedono il perdurare dell'allarme per le scosse sisimiche a L'Aquila e dintorni e un prolungamento di altre 48 ore dell'ordinanza sindacale di chiusura di tutte le aree del centro storico e dei centri storici delle frazioni, sentendo i Vigili del Fuoco, gli amici aquilani impegnati con noi per organizzare la giornata di domenica, abbiamo deciso di annullare l'evento di domenica 5 settembre e di rinviare l'appuntamento alla prima o alla seconda domenica di ottobre, comunque in una data ancora da decidere.
Comunicheremo quanto prima la data dell'evento nella speranza che la situazione nelle zone migliori e che la gente torni a godere della relativa tranquillità che c'era fino a qualche giorno fa. Speriamo che queste scosse servano almeno a ricordare all'Italia che a L'Aquila e nei paesi vicini solo un terzo della popolazione è "al sicuro" e che lo stato del patrimonio storico e artistico peggiora scossa dopo scossa.